Antefatto
Ho finito di cenare, abbiamo pescato tutto il giorno
senza prendere nulla, ora mi cambio stasera
esco un po’. Jeans levis, dolcevita granata traforata,
superga alte.
Il bar si anima, prendo un caffè, ho poca benzina.
“Stasera c’è Gualdi a Pontechino, Carlo vieni
anche tu che lo conosci”.
“Aspettiamo ancora un po’ e poi ho poca benzina”.
“Usiamo la mia”.
“No, No... perchè so già dopo dove mi porti... e
non ci voglio venire... al limite un distributore ad
Acqui ci sarà”.
Il piazzale è pieno di auto ci sono difficoltà di
parcheggio.
Entriamo... come al solito Piero mi riconosce e
mi chiede le solite cavolate.
Henghel ha già cominciato, aspetto finisca i tre
soliti pezzi.
“Ciao clarinetto”.
“Ogni tanto ci vediamo, aspetta che scendo e ti
offro da bere”.
“Negroni come al solito?”
“Sì ma vacci piano a vuotare, Henghel ti conosco”.
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E mi riempie un bicchiere da aranciata tra martini
e gin.
“Lo sapevo già...”
“Ma dai Carlo... a proposito vieni dal palco che ti
regalo il mio ultimo 33”.
Ha una copertina grigia argentata, non guardo il
titolo.
“Al carissimo amico Carlo, sperando lo ascolti,
Henghel!”
“Ne potevi fare a meno”.
“Senti dopo facciamo un altro giro... non scomparire”.
La sala è piena, le note limpide come al solito,
trangugio il terribile intruglio.
Vedo volti conosciuti e faccio un cenno di saluto.
Avrei voglia di parlare con qualcuno ma figuriamoci.
“Senti Pinuccio io mi sto rompendo qui... se ce
ne andassimo?“
“Possiamo fare un salto al Palladium...”
“Un cavolo, là sarà peggio è solo discoteca”.
“No adesso ci sono due sale una sopra discoteca
ed una sotto tranquilla”.
“Ok allora...”
Mi avvicino al palco ed a cenni faccio capire ad
Henghel che me ne vado, lui annuisce col capo
e sorride col suo faccione.
Antefatto 2
Anche qui è pieno, il sabato sera ci si diverte...
Hanno messo anche i gorilla alla porta.
Un frastuono assordante mi investe, ma dove
diavolo siamo finiti?
“Pinuccio, io lo sapevo già”.
“Ma no andiamo sotto”.
Tutto più soft qui, divani con gente annoiata
Riconosco In the midnight hour.
Cerco con gli occhi ed incrocio il cugino di
Roberto.
Mi avvicino e cominciamo a raccontarci un po’
dei nostri casini.
“E tua moglie dove l’hai lasciata?”
“Da nessuna parte, ci siamo separati”.
“E Sara?”
“Sta con lei... io la vedo ogni quindici giorni”
Adesso è partita Twist and shout fatta dai
Mama’s.
Giracchio con lo sguardo ed il bozzolo comincia
ad aprirsi, buon Gregorio.
“Io me ne vado”.
“Andiamo”.
Salendo in auto controllo l’indicatore di carburante,
dovrei farcela.
Il Crash
Pinuccio mi sta davanti per un po’, ma va troppo
piano.
Certo sono rimasto con la realtà e la mutazione
continua.
Di colpo supero Pinuccio, ed inizio la salita.
Conosco bene la strada piena di curve strette.
Adesso c’è un piano.
120 km/h è troppo, lo so.
Probabilmente la trasformazione è avvenuta.
Tra un pò c’è la mia curva.
Carlo troppo, troppo veloce...
E poi chi se ne frega... le mani sono artigli.
Ecco 30 secondi.
Come al rallentatore.
La terza non mi entra.
Sbando a sinistra, correggo a destra vedo la collina
a sinistra di nuovo e di nuovo a destra ancora
la collina a sinistra...
Non sento rumore...
Ho caldo in viso è solo sangue, cazzate, sono
entrato con la testa nel finestrino.
Spegni i fari può scoppiare tutto.
Adesso scendo.
Mi metto di traverso devo uscire dalla portiera
opposta.
Piano piano mi sposto.
Le gambe non le sento più, non riesco.
Riaccendo i fari sono l’una e trenta.
Qualcuno mi vedrà.
Almeno spero...
Carlo Satragni - PH da 13-Agosto-1978
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